Troy Howarth – autore (Spintered Visions)
Troy Howarth è un cinefilo appassionato; ama condividere la sua passione con gli altri, e lo si percepisce nei suoi lavori. Dopo aver scritto libri su Mario Bava, il giallo italiano e i film del terrore degli anni ‘30 (con Chris Workman), sta per pubblicare un volume su Lucio Fulci intitolato Splintered Visions: Lucio Fulci and His films, che uscirà più o meno nell’agosto di quest’anno.
Per iniziare, ricordi la prima volta che hai visto un film di Lucio Fulci ? Dove e quando, e qual era il film ?
Il mio primo Fulci è stato The Black Cat. Lo USA Network trasmetteva un buon numero di film italiani ed europei il sabato, e la prima volta che lo vidi fu in una di queste occasioni – in una versione tagliata e in un orrido pan-and-scan. Ricordo tutti quegli intensi primi piani di occhi «strizzati» per rientrare nell’inquadratura, e all’epoca non avevo idea di cosa fosse tutto ciò. Allora non capivo il concetto di «widescreen». Dopo quello, penso che vidi Quella villa accanto al cimitero in VHS e poi Zombi 2. Erano molto più gore dei film che vedevo di solito, e mi fecero sicuramente una certa impressione ! Diventai familiare col nome Fulci solo anni dopo, comunque. Veniva stroncato in libri come The Encyclopedia of Horror Movies che lo descrivevano come una specie di rozzo e derivativo mestierante. E per anni ho accettato quel punto di vista, perché sembrava essere il sentire comune.
Com’è stato scoprire la sua opera negli USA a dispetto della censura o del fatto che alcuni film siano rimasti inediti ?
Beh, ci sono voluti tempo e fatica. Penso che il primo film di Fulci che mi sono incaponito a rintracciare sia stato E tu vivrai nel terrore ! L’aldilà – avevo letto un articolo sul film su Fangoria e decisi che volevo vederlo. Poi, più tardi, quando ho iniziato ad addentrarmi davvero nell’opera di Bava e Argento, ho deciso di fare un altro tentativo con Fulci. Mi è bastata una visione di Zombi 2 in widescreen per convincermi che era un regista di talento. Da quel momento, ho cercato gli altri suoi lavori. Ma solo quando ho iniziato a lavorare al mio libro ho deciso di raccogliere TUTTI i suoi film, inclusi quelli a cui aveva lavorato come sceneggiatore. Per fortuna molti sono ormai disponibili con sottotitoli in inglese, e poi avevo il vantaggio di un contatto italiano in grado di tradurre i sottotitoli che non capivo per via della lingua. Ed è stato un grande aiuto.
Si dà il caso che Lucio Fulci abbia girato un bel po’ di commedie. Qual è la tua preferita ?
Penso che All’onorevole piacciono le donne sia un gioiellino dimenticato. Si tratta di un apologo politico molto aspro, che ebbe un sacco di problemi in Italia per questo motivo. Ovviamente le battute sulla Democrazia Cristiana erano incomprensibili al di fuori dell’Italia, e non ebbe una gran distribuzione. Lando Buzzanca è splendido, e il film è girato con molta eleganza. E devo dire che le commedie di Fulci con Franco e Ciccio sono girate molto meglio degli altri film della coppia. Hanno un vero ritmo ed energia, mentre altre loro pellicole – persino quella girata con Bava, che era un progetto irrimediabilmente compromesso fin dall’inizio – sembrano molto più fiacche.
E i film che ha girato dopo Lo Squartatore di New York ? Molta gente non li conosce o non li ama granché…
Anche Lo Squartatore di New York non è affatto amato da tutti; è un film molto complesso e incompreso. Penso che ci siano cose buone in gran parte dei suoi lavori, anche se non tutti, ovviamente. Credo che Il Miele del diavolo, un melodramma sadomasochistico, sia uno dei suoi film migliori. Tra gli ultimi, mi piacciono molto Voci dal profondo, La Dolce casa degli orrori e Il Gatto nel cervello, anche se quest’ultimo è certamente un po’ pasticciato.
Hai scritto Splintered Visions « con la collaborazione speciale di Mike Baronas ». Puoi presentarcelo e spiegare quello che ha fatto in questo progetto?
In poche parole, questo libro non sarebbe quello che è senza il coinvolgimento di Mike. Lui è un fan di Fulci, che ha intervistato chiunque fosse in qualche modo collegato al regista. Aveva programmato di scrivere un libro lui stesso, ma per motivi sui cui non mi addentrerò, il progetto si era arenato e tutto il suo immenso lavoro stava lì a prendere polvere. Ad ogni modo ha realizzato un tributo DVD a Fulci intitolato Paura : Lucio Fulci Remembered, che contiene frammenti di interviste a numerose persone che hanno lavorato con o conosciuto Lucio e presenta un ritratto complesso di un uomo complesso. Ho contattato Mike per chiedere il permesso di usare stralci dalle interviste dal DVD e ha subito accettato; poi mi ha messo in contatto con tutti questi attori e tecnici che ho avuto modo di intervistare per il libro. Mi ha anche dato le interviste che gli erano rimaste. In tutto ci sono circa 25 interviste nel libro – tra cui alcune realizzate da voi per il vostro splendido sito, che siete stati così gentili da permettermi di usare. L’aiuto di Mike è stato prezioso: è un buon amico e un crociato instancabile su tutte le cose che riguardano Fulci. Ha anche fornito la maggior parte delle immagini del libro.
So che ami diversi registi, ma perché hai scelto di scrivere un libro su Lucio Fulci? E non su Dario Argento, per esempio…
Curiosamente, il mio editore mi aveva suggerito un libro su Argento, ma ritenevo che la sua opera fosse già stata analizzata molto bene a livello di critica. Mi piace molto Broken Mirrors, Broken Minds di Maitland McDonagh, per esempio, e anche il libro di Alan Jones ha i suoi pregi. La maggior parte degli altri libri non sono di mio gusto, però. Su Fulci, non c’è molto in inglese. Mi è piaciuto Beyond Terror di Stephen Thrower, che però non ha approfondito granché i suoi primi lavori e non è andato a fondo nell’analisi dell’uomo. Non sto criticando il suo libro, sia chiaro, dato che non voleva essere una biografia. Ho solo pensato che ci fosse spazio per un libro più completo su Fulci in inglese, così ho detto al mio editore che avrei preferito affrontare Fulci ora e magari scrivere un libro su Argento un’altra volta. Ora che Fulci è pronto, i miei prossimi argomenti saranno John Carpenter e Roman Polanski.
Hai detto che Dario Argento era già stato analizzato molto bene dalla critica di lingua inglese a differenza di Fulci. Come lo spieghi?
Penso che Argento sia abbastanza «mainstream» da avere ottenuto una certa rispettabilità critica. Anche se alla gente non piacciono suoi film, ne riconoscono il talento visivo. Suspiria è stato un grande successo qui, non dimentichiamolo. Per anni, è stato il film più richiesto su VHS, rendiamoci conto. Fulci non ha mai raggiunto quel livello di rispettabilità. Zombi 2 è stato visto come un plagio di Romero, mentre i suoi gialli sono stati visti come scopiazzature di Argento. Questo è ridicolo, naturalmente. Romero non ha inventato il genere degli zombi, e Fulci ha girato gialli prima che Argento facesse L’Uccello dalle piume di cristallo. Certo, Zombi 2 non esisterebbe senza il successo di Zombi, ma i due film sono molto, molto diversi. Uno dei miei obiettivi in questo libro è mostrare come Fulci può aver sfruttato film di successo al botteghino, ma lo ha sempre fatto a modo suo, nel suo stile.
Hai mai incontrato Dario Argento e Lucio Fulci?
Argento? No. Mi piacerebbe – sembra un tipo amichevole. Mi dispiace che i suoi film recenti siano così modesti – un tempo c’erano tali aspettative per un nuovo film di Argento, mentre ora sono piuttosto timori! Speriamo che prima o poi riesca a mettere in piedi un progetto a cui crede davvero. Semplicemente, non credo che abbia messo il cuore in cose come Nonhosonno, Giallo o Dracula 3D. Mi sarebbe anche piaciuto incontrare Bava e Fulci, ovviamente. Ho avuto qualche contatto con la figlia di Fulci, Camilla, che ha dato la sua benedizione al progetto. Sembra una donna molto dolce.
Che cosa hai imparato su di lui come essere umano, scrivendo questo libro e intervistando persone che lo conoscevano?
Fulci era un uomo complesso. Veniva da una famiglia divisa, suo padre non c’era e aveva un rapporto molto difficile con la madre, che in qualche modo ha condizionato i suoi sentimenti verso le donne. Sembrava un uomo molto arrogante e aspro: gli piaceva mettere alla prova le persone. Quelli che lo trovano antipatico mettevano in discussione questa cosa. Paolo Malco e Florinda Bolkan hanno iniziato con il piede sbagliato con lui, ma si sono fatti valere e lui li ha rispettati; e in seguito sono diventati fidati amici e collaboratori. Fulci non sopportava l’incompetenza, né che un attore si desse delle arie o non prendesse sul serio il film. Si impegnava in quello che stava facendo e si aspettava che gli altri facessero lo stesso. La cosa divertente è che lui è così noto per i suoi horror – ma non è mai stato davvero un fan del genere, di per sé. Preferiva i thriller, per esempio, e ne ha girati di brillanti. Ma i suoi film non hanno mai preso piede così bene come quelli di Argento, per cui ha frequentato il giallo solo sporadicamente. Penso che sia stato un notevole artista e un uomo di grande cultura che aveva una scorza molto arrogante e abrasiva. Ha ispirato in parti uguali lealtà e odio nella gente. Spero che questo libro offra una buona panoramica di tutto ciò; io credo di sì. Ne sono terribilmente orgoglioso.
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